Il trittico delle Delizie
Bosch dipinse numerosi trittici, tra i quali il Trittico delle Delizie è il suo capolavoro indiscusso.
Nel pannello di sinistra è rappresentata la Creazione di Eva. La scena è costruita con piani sovrapposti ad andamento circolare; nel fondo quattro costruzioni fantastiche con elementi naturali e solidi geometrici, in quello più prossimo uno stormo di uccelli vola entro e fuori i pinnacoli della costruzione, al centro il paradiso terrestre con la fontana circondata da uno stagno, dove si abbeverano animali fantastici, ripresi dai bestiari medievali, tra cui unicorni bianchi, simbolo di castità; sulla destra, a rappresentare la presenza del male, rettili deformi escono dallo stagno, tra questi anche rospi neri, simbolo del diavolo in persona. In primo piano c'è Adamo disteso, Dio al centro e in piedi e a destra Eva, sotto di lei una pozza d'acqua scura, con un pesce morto che allude al peccato e un mezzo pesce con la faccia da oca intento a leggere un libro, simbolo usato dal pittore per rappresentare il male..
Il pannello centrale "Il Giardino delle Delizie" è dedicato al tema della lussuria, con al centro la fontana della giovinezza circondata da ignudi a cavallo di strani animali, sullo sfondo uno stagno con al centro una fontana, circondato da quattro costruzioni fantastiche, nello stagno gli uomini pesci, sono stati ripresi dalle xilografie de La mer des Hystories, libro del 1488; nel cielo all'estrema destra un uomo alato con un bacca rossa è simbolo della caducità del piacere, mentre nella parte opposta si trova un uomo a cavallo di un grifone, con negli artigli un rospo, che tiene tra le mani un ramo su cui è posato un uccello rosso, simbolo di lascivia. In primo piano varie scene di lussuria, tra cui sull'estrema sinistra una coppia di amanti circondati da una bolla, escrescenza di una fiore acquatico, nel frutto sottostante spunta un cilindro di cristallo, simbolo del membro maschile, con un topo nero che vi entra, simbolo delle false dottrine (l'uso del vetro può essere ricollegato al proverbio: «La felicità è come un vetro, presto si infrange»). Nel pannello sono stati individuati, da una parte della critica, riferimenti alla simbologia alchemica, come l'uso del colore rosso che si riferirebbe al culmine del processo creativo e per estensione al culmine del peccato che può raggiungere l'uomo; nel dipinto compaiono molte figure di uomini di colore: è`stato notato che in alchimia il nero è ritenuto il primo stadio della materia.
Lo sportello di destra, detto l'Inferno musicale a causa dei numerosi strumenti musicali, rappresenta la punizione toccata all'umanità caduta nel peccato secondo la legge del contrappasso; una delle fonti potrebbe essere la medievale Visione di Tundalo, che fu edita a stampa nel 1480: nel fondo una città illuminata da bagliori di fiamme, al centro sotto un enorme paio di orecchie trafitte da una freccia e attraversate da una gigantesca lama di coltello con incisa la lettera «M», forse prima lettera della parola Mundus, che fa riferimento al membro maschile (e che è ribadito dalla forma della composizione orecchie-coltello), più in basso al centro dello sportello un uomo albero con il corpo cavo, simbolo alchemico di trasformazione della materia e per gambe due alberi radicati entro due barche in un lago ghiacciato solcato da dannati su slitte, i colori utilizzati per questo gruppo: nero bianco e rosso, sono gli stadi successivi che in alchimia contraddistinguono la cottura del mercurio, in primo piano strumenti musicali usati come mezzi di tortura, sulla destra un essere dalla faccia di uccello inghiotte un dannato dalle cui terga parte uno stormo di rondoni, l'essere espelle i dannati che ha divorato in una fossa, dove un avaro espelle monete d'oro e un goloso vomita il suo pasto, al lato una donna con marchiato sul petto un rospo si rispecchia nelle terga di un demone, simbolo di superbia punita, sulla sinistra una scena di rissa dopo una partita di carte, con un dannato assalito da un demone con uno scudo dipinto sulla schiena, qui è raffigurata una una mano benedicente, con un dado sopra le dita e trafitta da un coltello, ciò indica la potenza del peccato che annienta anche la benedizione cristiana.